11° Tappa
MONTEPAOLO – FAENZA

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MONTEPAOLO(440m  s.l.m.)

FAENZA (35m s.l.m.)

Dislivello: ↑566m ↓338m

Lunghezza: 23 km

Tempo: 6h

Collegamenti: Cammino di Dante

Per i referenti percorsi, posto tappa, e timbrature consultare la pagina contatti.

Descrizione della tappa 

Tappa che scende decisamente verso la campagna faentina attraversando il suggestivo borgo di Oriolo dei Fichi

Da dietro l’eremo parte un’unica strada non asfaltata in discesa che bisogna seguire (dritto) per circa 600m indipendentemente dai bivi che si incontrano. Si arriva ad una casa (civico 37) dove si lascia la strada in favore del sentiero che incomincia sulla destra con il quale si scende, anche esso va seguito a prescindere da bivi. Procedendo si passa accanto ad un grande traliccio dell’alta corrente posizionato sulla sinistra del percorso e più avanti (350 m) a delle rovine sulla destra da qui si continua per 500 m fino ad incontrare un bivio in cui bisogna proseguire a sinistra. Fatto ciò il sentiero si apre ed essendo in cresta si possono ammirare i panorami circostanti per quasi 500 m.

Si arriva ad un bivio con una strada a sinistra affiancata da un boschetto recintato, bisogna prenderla e scendere con essa per circa 1 km fino ad arrivare su via Monte Paolo che è una strada ghiaiata.

Seguendo via monte Paolo (che si trova in fondo valle) per più di 2 km si arriva ad un incrocio con una strada asfaltata (SP 73) che bisogna imboccare girando a destra, la strada è poco trafficata ma comunque bisogna prestare attenzione!

Proseguendo sulla strada provinciale per 650 m si passa un ponte e subito dopo il Poligono del tiro al piattello che rimane sulla sinistra fino ad arrivare all’incrocio con via Croce sulla destra.

Si imbocca via Croce che è lunga poco meno di 1 km fino all’incrocio con via Montefortino in cui bisogna girare a sinistra. Qui il percorso risale e dove la vegetazione non copre la visuale si può godere di un’ottima vista.
Imboccata via Montefortino si prosegue per 1,5 km fino ad incontrare l’agriturismo “la Morattina”qui la strada prosegue dritto ma cambia nome, divenendo via S. Mamante che va seguita per 1,2 km fino ad incontrare un sentiero sterrato a sinistra. Prendendo il sentiero dell’amore, chiamato così per la presenza di frasi romantiche apposte su alcuni alberi, bisogna prestare attenzione a restare su quello più a monte dei due sentieri presi.
Procedendo per circa 1km si arriva direttamente al centro di Oriolo dei Fichi, un piccolo borgo sulle prime colline a sud di Faenza, in cui spiccano la torre e la chiesa di sant’ Apollinare.

Dal centro di Oriolo si scende lungo la strada asfaltata (la tappa non prevede più alcun sentiero, occorre quindi prestare attenzione e prudenza) per quasi 2 km fino ad arrivare all’incrocio con via S.Mamante al quale occorre girare a sinistra.

Si prosegue su via S. Mamante per 1,5 km fino ad incontrare via Ramona sulla destra. Imboccata via Ramona si procede sempre su asfalto per poco più di 1,5 km quando si incontra via Banaffa sulla sinistra.

Seguendo via Banaffa per quasi 3 km (la lunghezza della stessa) si arriva alla via Emilia/via Forlivese dove è presente sul lato sinistro una ciclabile (è comunque raccomandato prestare attenzione per via dell’intensità veicolare) che condurrà ad un sottopassaggio nei pressi di una rotonda.

Affrontato il sottopassaggio si arriva alla ciclabile dalla parte opposta, camminando per circa 350m si arriva ad un semaforo che servirà per andare a sinistra in via Malta. Una volta giunti al termine di via Malta si volta a destra in via Forlivese, da qui sarà un lungo rettilineo che porta al centro di Faenza. Si passa l’unica porta antica rimasta in piedi di Faenza, Porta delle Chiavi, da cui parte Corso Europa che termina al Ponte delle Grazie. Attraversato il ponte comincia Corso Saffi che terminerà nella piazza antistante la Cattedrale di Faenza.

Luoghi di interesse

Oriolo

era già abitata e coltivata in epoca romana, ma divenne importante solo in epoca medioevale quando il luogo fu fatto fortificare dall’Arcivescovo di Ravenna (898 d.C.) con la chiesa dedicata a Sant’ Apollinare. Nel periodo rinascimentale la rocca fu acquistata da Carlo II Manfredi, Signore di Faenza, che la fece ricostruire nel 1476. Il risultato di questa ricostruzione è ancora davanti ai nostri occhi: una torre a pianta esagonale con due angoli retti, caratteristica che la rende unica in Italia. E’ alta 18 metri e ha cinque piani, di cui due interrati, collegati da una scala a chiocciola. Il Parco della Torre (aperto nel periodo estivo: sabato, domenica e festivi dalle 14.30 alle 18.30 o per appuntamento telefonando allo 0546642162) presenta una singolare mescolanza di piante spontanee, ornamentali e da frutto. Da segnalare sono i cinque pini « patriarcali »piantati dalla famiglia Caldesi che caratterizzano l’aspetto del colle fornendo una suggestiva cornice al castello. Nella zona attorno al borgo si trovano inoltre alcuni sentieri con andamento circolare lungo i quali si possono incontrare punti d’interesse storico, panoramico e naturalistico.
L’area è stata anche oggetto di ritrovamenti importanti: nel 1987, infatti, fu riportato alla luce un cranio completo di Mammuthus Meridionalis che ora si trova nel Museo Civico di Scienze Naturali di Faenza.
Infine nel Borgo si può visitare la chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Apollinare, (898 d.C.) ricostruita nel 1946 dopo i bombardamenti della II Guerra Mondiale, che conserva all’interno un pregevole quadro della Madonna del Rosario, dipinto da Marcantonio Rocchetti nel 1601.

Faenza

è collocata sull’asse della Via Emilia all’incrocio con l’antichi ssima via che congiunge il porto di Ravenna con la Toscana e il mar Tirreno e questa posizione le ha consentito, nei secoli, di allacciare rapporti non solo con le altre città romagnole e con il mare Adriatico, ma anche con Firenze e con l’area toscana.
All’influenza di Ravenna, che può ritenersi conclusa nel periodo altomedievale, seguì infatti un periodo di stretti rapporti e scambi culturali con Firenze, che raggiunse il culmine durante i secoli della signoria manfrediana, nel XVIII sec. Infine la città acquistò una identità ed una autonomia culturale tale da diventare un centro predominante nella Romagna.
La storia urbanistica di Faenza, analogamente a quella di molte altre città emiliano-romagnole, si snoda attraverso un continuo processo di rigenerazione dell’originaria struttura romana, che, pur venendo in alcuni casi fortemente intaccata, riesce tuttavia a sopravvivere nell’impianto geometrico della città.
La Faventia romana sorse nell’ultimo quarto del II secolo a.C. in un sito abitato sin dalla preistoria, ma è forse solo in seguito alla costruzione della Via Emilia (187 a.C.) che si puo’ far risalire la fondazione della città. Tra le attivita di tipo artigianale risalenti all’epoca romana delle domus  vanno annoverate le lavorazioni della ceramica, dei laterizi e del lino.
Le  testimonianze dell’arte dal V secolo in avanti sono la chiesa di S. Maria ad Nives (S. Maria Vecchia), la più antica basilica cristiana cittadina, eretta extra moenia nel VI-VII secolo a sud della via Emilia e la cripta della chiesa di SS. lppolito e Lorenzo del VII-XII secolo.
Verso la fine dell’VIII secolo la città si riconsolidò entro una cerchia fortificata – invariata fino al XIII secolo – ed eresse, nell’area centrale, la Pieve di San Pietro ( oggi Cattedrale). Nel X secolo fu elevato a fianco della Basilica di S. Maria ad Nives il grandioso campanile ottagonale dove mori San Pier Damiani (il 22 febbraio del 1072). A partire dall’XI secolo si moltiplicarono le parrocchie urbane e si formò, oltre il Lamone, il primo nucleo del Borgo Durbecco,dove  ancora oggi si può ammirare l’antica chiesa « Magione » o della Commenda fondata da Fra Saba da Castiglione ( famoso abate storico letterato e cultore dell’arte).

Il centro storico è caratterizzato dal  Palazzo del Podestà e il Palazzo del Popolo, sede della signoria dei Manfredi,  il Duomo e l’Episcopio e una monumentale fontana.
Il Duomo fu costruito su progetto di Giuliano da Maiano a partire dal 1474, grazie all’interessamento del Vescovo Federico Manfredi, fratello di Carlo che unitamente a S. Stefano Vetere (a pianta centrale), alla cerchia muraria e all’abbellimento sul fronte del giardino del Palazzo della Signoria, con il Voltone della Molinella  costituisce una delle maggiori testimonianze rinascimentali a Faenza.
Nel primo quarto del XVII secolo furono costruiti il Loggiato degli Orefici di fronte alla Cattedrale, la FontanaMonumentale  Pubblica, la Torre dell’Orologio e fu completato il loggiato occidentale della piazza maggiore.

Oggi Faenza è conglobata in quell’unicum edilizio che corre lungo la via Emilia, ma ha sempre mantenuto la sua matrice ordinata, geometrica e misurata e una sobrietà di origine classica che ne costituisce ancora il carattere peculiare.

Il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza

ospita nei suoi ampi spazi espositivi, a fianco delle opere della produzione italiana ed europea dal Medioevo all’Ottocento, importanti sezioni dedicate all’America precolombiana, alla Grecia classica, all’età romana, al vicino e medio Oriente e alla ceramica islamica.
Spazi specifici sono dedicati alla ceramica dei maggiori artisti del Novecento e della contemporaneità, italiani e stranieri.
Il Museo contempla anche una biblioteca specializzata, il laboratorio Giocare con l’Arte per la didattica con il metodo di Bruno Munari, e il laboratorio di restauro cui è affidata la manutenzione delle opere e più largamente tutta l’attività conservativa, punto di contatto obbligato per la specificità tecnica e tecnologica della ceramica. Il Museo pubblica dal 1913 la rivista « Faenza ».
Il bookshop è fornito di tutte le pubblicazioni curate dal Museo, di un’ampia scelta di libri dedicati alla ceramica e di una selezione di oggetti ceramici prodotti da artigiani faentini.

Per informazioni turistiche del territorio faentino:

PRO LOCO FAENZA

Voltone della Molinella, 2
Faenza (Ra) – Italy
Tel/Fax. +39 0546 25231
info@prolocofaenza.

 

LA MAPPA DEL PERCORSO

tappa PDF Viae Misericordiae

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